Otto medici di Roma rischiano il processo poiché attualmente valutato complicazioni su una paziente alla quale è stato somministrato il vaccino contro il Covid-19:
Stando a quanto si apprende, sotto accusa è un’iniezione di vaccino AstraZeneca effettuato il 9 aprile del 2021 su di una donna, di professione insegnante, deceduta poi per emorragia cerebrale. La Procura della Repubblica, come riportato dal Corriere, ha chiesto il rivio a giudizio al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma, ritenendo che, qualora i medici avessero diagnosticato in modo adeguato piastrinopenia ed embolia, che si sono presentate dopo la vaccinazione, ciò avrebbe aumentato le sue possibilità di sopravvivere. Al momento, risultano otto i medici imputati:
Si tratta dell’ex direttore del servizio, un’ematologa e sei medici che l’hanno visitata. La donna deceduta era un’insegnante alle scuole elementari. Sulla vicenda il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio dell’equipe medica del pronto soccorso in cui la donna si è recata, perché non si sentiva bene. Gli otto medici imputati sono l’ex direttore del servizio, un’ematologa e sei medici che l’hanno visitata. Gli avvocati di tre di loro sono difendono i professionisti sanitari, puntando il dito contro l’azienda produttrice:
“La Procura avrebbe dovuto indagare sui metodi adottati da AstraZeneca nella sperimentazione del vaccino, invece si è chiesto il processo per medici all’oscuro di casi avvenuti in Inghilterra di persone decedute per colpa di questo vaccino. Vicende rese note solo di recente” – hanno dichiarato al giornale. Secondo la ricostruzione della drammatica vicenda, la donna ha cominciato a manifestare malori dopo dieci giorni, accusando spossatezza, problemi alla vista, respiro affannoso, mal di testa. La situaizone non migliorava ed è andata in ospedale:
Secondo la Procura i medici avrebbero dovuto farle una Tac ed un esame angiografico, per individuare la presenza di eventuali trombi. Sempre secondo la Procura, la donna avrebbe avuto una trombosi venosa cerebrale, che non è stata diagnosticata e se i medici avessero agito in tempo, si sarebbe potuta salvare.
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