A distanza di pochi giorni dalla notizia della liberazione della giornalista italiana, il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad. Lo rendeva noto stamane il ministero della Giustizia.
“In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana – si legge nella nota del ministero – possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente. La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di “associazione a delinquere per violare l’IEEPA” non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di “associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte” e di “fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte”, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari” conclude la nota del ministero.
Dopo poco l’ufficio stampa del ministero della Giustizia iraniano ha annunciato che Abedini tornerà in Iran “nelle prossime ore”. Come riportato da un quotidiano online nei giorni scorsi, si starebbero creando presupposti affinché sia possibile incentivare un dialogo sul nucleare tra Usa ed Iran attraverso la mediazione dell’Italia.
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