Arrestati i vandali che hanno imbrattato l’antichissimo sito Unesco: il loro atteggiamento illegale fa solo un favore alle lobby del petrolio (che hanno interesse a demonizzare i veri ambientalisti)

Due vandali che hanno spruzzato vernice arancione sull’antico monumento di Stonehenge, il famosissimo sito preistorico patrimonio mondiale dell’Unesco nel sud dell’Inghilterra – sono stati arrestati. I filmati che documentavano l’episodio avevano fatto il giro del web ed erano stati condivisi anche dall’organizzazione promotrice della grave iniziativa illegale. Organizzazione che non menzioneremo per evitare di pubblicizzarla. Il motivo è molto semplice: è proprio grazie a questi atti d’inciviltà che l’immagine dei veri ambientalisti – attivisti che ogni giorno si rimboccano le maniche per dialogare tra le parti e individuare soluzioni costruttive alla tutela del patrimonio naturale e dell’ecologia – viene ingiustamente demonizzata, facendo paradossalmente (o volontariamente?) un favore alle lobby del petrolio. L’atto ignobile di questi soggetti, quindi, produce inevitabilmente un effetto contrario, andando invece ad incentivare tutti quei media che, forse al soldo dei petrolieri, hanno probabilmente interesse a demonizzare la causa ambientalista. Simili iniziative erano state effettuate nei mesi precedenti anche contro molteplici opere d’arte di interesse mondiale. Nel filmato diffuso sul web è possibile notare come un’operatrice del settore turistico sia intervenuta autonomamente per fermare i due vandali:

L’atto di Just Stop Oil è stato rapidamente condannato mercoledì dal primo ministro Rishi Sunak come un “atto vergognoso di vandalismo”. Il leader laburista Keir Starmer, il suo principale avversario alle elezioni del prossimo mese, ha definito il gruppo “patetico” e ha detto che il danno è “oltraggioso”. Quello di Stonehenge (pietra sospesa, da stone, pietra, e henge, che deriva da hang, sospendere: in riferimento alle architravi), lo ricordiamo, è un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra, circa 13 chilometri a nordovest di Salisbury. È il più celebre e imponente cromlech («circolo di pietra» in bretone):[1] composto da un insieme circolare di colossali pietre erette, conosciute come megaliti, sormontate da consistenti architravi orizzontali di collegamento di cui alcune sono in quota ed è uno dei più antichi sistemi trilitici conosciuti.  Oltre che meta del turismo di massa, Stonehenge è luogo di pellegrinaggio per molti seguaci del celtismo, della wicca e di altre religioni neopagane, e fu teatro di un festival musicale libero tra il 1972 e il 1984; nel 1985 tale festival fu bandito dal governo britannico a causa del violento confronto tra la polizia e alcuni partecipanti che divenne noto come la battaglia di Beanfield.

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