Auto elettrica: sino a dieci anni fa per chi faceva controinformazione era “censurata dalle lobby del petrolio”. Oggi viene persino demonizzata. La verità sta nel mezzo e gli estremismi sono sempre dannosi

Dieci anni fa, l’auto elettrica era un terreno fertile per chi sosteneva la teoria del complotto contro la sua commercializzazione. I sostenitori di queste teorie accusavano i “poteri forti del petrolio” (i vari Rockefeller ecc..) di ostacolare lo sviluppo e la diffusione delle auto elettriche per proteggere i propri interessi economici.  Oggi, con l’auto elettrica ormai una realtà consolidata sul mercato, non pochi autori dei contenuti di controinformazione (o informazione alternativa) tendono a sostenere paradossalmente il contrario:

Non più “censurata”, l’auto elettrica viene ora dipinta come una falsa soluzione imposta dalle élite globaliste per controllare le persone e limitare la loro libertà. Ai fatti di veri incendi di alcuni esemplari (che, nei fatti di cronaca, interessano da sempre anche alcune auto a combustibile fossile) e alle difficoltà di efficenza dei modelli, si aggiungo vere e proprie narrazioni che demonizzano l’ascesa di questa tecnologia, sull’inefficienza dei motori elettrici e sull’impatto ambientale negativo dell’intera filiera produttiva. La morale di questa lunga storia è che gli estremismi, che siano completamente a favore o completamente contro qualcosa, si rivelano sempre dannosi per la società:

I danni degli estremismi

Sia le teorie del complotto di dieci anni fa che la disinformazione di oggi sono esempi di estremismo, che può essere estremamente dannoso per il progresso.

  • Le teorie del complotto minano la fiducia nelle istituzioni e nella scienza, ostacolando il dibattito pubblico costruttivo e la ricerca di soluzioni concrete ai problemi reali.
  • La disinformazione crea confusione e disorientamento tra i cittadini, rendendoli più vulnerabili a manipolazioni e sfruttamento.

È importante trovare un equilibrio tra l’entusiasmo acritico e la diffidenza ingiustificata. Per farlo, è necessario:

  • Promuovere la cultura del fact-checking per contrastare la diffusione di fake news e disinformazione.
  • Educare i cittadini a un uso consapevole e critico delle informazioni che circolano online e offline.
  • Sostenere un giornalismo indipendente e di qualità che offra un’informazione rigorosa e verificata.

In conclusione, l’auto elettrica rappresenta un’importante opportunità per un futuro più sostenibile, ma il suo sviluppo e la sua diffusione devono essere accompagnati da un impegno costante contro l’estremismo e la disinformazione. In particolare, va risolta l’efficenza della tecnologia come anche il suo impatto ambientale e migliorata la sicurezza per chi la utilizza. Solo così si potrà costruire un consenso informato e consapevole attorno a questa tecnologia rivoluzionaria.

Inoltre, è importante ricordare che:

  • Le case automobilistiche stanno investendo pesantemente nell’auto elettrica, non per altruismo, ma perché vedono in essa un mercato in forte crescita.
  • La produzione di batterie e lo smaltimento di quelle usate sono due aspetti che destano ancora preoccupazioni sotto il profilo ambientale.
  • L’accesso all’energia elettrica da fonti rinnovabili è fondamentale per rendere l’auto elettrica davvero sostenibile.

È fondamentale, quindi, affrontare con realismo e senso critico le sfide e le opportunità legate all’auto elettrica, evitando di cadere in facili entusiasmi o in sterili complottismi.

#autoelettrica

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