Samira Sabzian è stata impiccata. A nulla è valsa la mobilitazione internazionale promossa dall’ong Iran Human Rights che ne aveva chiesto la liberazione:
Samira era stata una sposa bambina. Data in matrimonio quando aveva 15 anni, era stata vittima di violenza domestica. Nel 2013 l’avevano accusata di aver ucciso il marito e condannata alla pena capitale. La giovane aveva così trascorso 10 anni nel braccio della morte senza vedere i suoi figli. Li ha incontrati solo poche ore prima dell’impiccagione. Secondo fonti di Iran Human Rights, la donna è stata giustiziata nel carcere di Qeezel Hesar a Karaj. La sua esecuzione era inizialmente prevista per mercoledì 13 dicembre, ma era stata rinviata di una settimana anche sull’onda della reazione da parte della società civile. “Samira è stata vittima per anni di un apartheid di genere, matrimonio da bambina e violenza domestica, oggi è vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto, un regime che si è sostenuto esclusivamente uccidendo e instillando paura”, ha scritto su X il direttore dell’ong, Mahmood Amiry-Moghaddam. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un servizio televisivo diffuso sul web:
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