Nel pomeriggio di mercoledì 28 giugno, personale della Polizia di Stato di Rimini, al termine di una serrata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini, ha eseguito la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare emessa dal G.I.P., nei confronti di una 46enne raggiunta da gravi indizi di colpevolezza all’esito delle indagini compiute dall’Organo investigativo, del reato di maltrattamenti perpetrato, anche in stato di ubriachezza, con più condotte nei confronti del proprio convivente. Le indagini svolte dalla Sezione specializzata nel contrasto ai reati contro le cd. “fasce deboli” della Squadra Mobile di Rimini scaturite a seguito della denuncia-querela formalizzata dalla persona offesa, permettevano di ricostruire le condotte persecutorie ipotizzate come poste in essere dall’indagata nei confronti del convivente, al quale avrebbe provocato uno stato di prostrazione, ansia e timore per la propria incolumità, determinandolo a vivere in uno stato continuativo e abituale di sofferenza.
In più episodi, infatti, la donna avrebbe posto in atto continui atteggiamenti violenti verso il compagno consistiti, a mero titolo di esempio, nel mettere in atto ripetuti episodi di violenza con minacce di morte o minacce di commettere atti di autolesionismo e di far saltare in aria l’abitazione, nel danneggiare accecata dalla gelosia, i mobili e gli arredi, arrivando ad aggredire il compagno con pugni e schiaffi, cagionandogli diverse lesioni. In un’occasione, avrebbe tentato di sfondare il portone dell’abitazione di un amico del compagno presso il quale quest’ultimo si era rifugiato, temendo per la propria incolumità. La condotta offensiva, che la donna avrebbe più volte reiterato, portava il compagno a vivere in uno stato di soggezione costante. Per tali motivi l’A.G. ritenute sussistenti le esigenze cautelari ed il concreto pericolo della persistenza della condotta maltrattante, emetteva l’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, prescrivendo all’indagata di mantenere una distanza di almeno 300 metri da tali luoghi.
La Questura di Rimini, in prima linea nella prevenzione e nel contrasto dei reati contro la persona e di violenza di genere con sezioni specializzate presso la Divisione Anticrimine e presso la Squadra Mobile, rinnova l’appello a fare istanza di ammonimento del Questore e nei casi più gravi a denunciare sempre i comportamenti maltrattanti o minacciosi, senza attendere che questi si traducano in atti di violenza. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine può infatti permettere di scongiurare gravi conseguenze per le vittime, pur ricordando che nei confronti delle persone indiziate ed imputate vige la presunzione di innocenza.