“La decisione della Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin è molto importante ed è un punto di svolta perché so che le autorità russe stanno respingendo questa decisione dicendo che alla fine la Russia non ha firmato questo trattato, ma vediamo le conseguenze pratiche di ciò. Se il presidente Putin si reca in uno degli oltre 130 paesi che hanno firmato questo trattato internazionale, dovrebbe essere immediatamente arrestato”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri.
“Se si reca in uno dei membri di questo accordo internazionale, dovrebbe essere immediatamente arrestato. Ed è qualcosa che deve essere presa molto in considerazione, perché possiamo negoziare su quello che si vuole ma questa decisione del tribunale rimane valida e il presidente Putin verrà arrestato se si recherà in più di 130 paesi”, ha precisato. Tuttavia, stando a quanto si apprende, il Pentagono starebbe impedendo la diffusione di informazioni alla Corte penale internazionale dell’Aia per non creare un precedente che potrebbe aprire la strada a indagini sull’esercito statunitense. Uno strano gioco tra le superpotenze sempre impegnate a tutelare i loro interessi a scapito degli altri paesi.
Ciò è dovuto al fatto che – riflettono anche i quotidiani italiani – Stati Uniti, così come Russia, Ucraina, Cina e tanti altri paesi, non hanno ratificato lo Statuto di Roma e quindi il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti di Putin. Il presidente russo non potrà recarsi in 123 paesi, tra i quali l’Italia, ma potrà andare liberamente a New York senza rischiare di essere arrestato.