Scontro barca-ippopotamo: morto un bambino e le autorità valutano caccia alla specie

Un bambino è morto e altre 23 persone sono disperse dopo che una barca si è capovolta dopo essersi scontrata con un ippopotamo in un fiume nel sud del Malawi. Secondo la polizia locale, la barca di legno trasportava 37 persone attraverso il fiume Sire quando si è capovolta ed è affondata lunedì mattina:

La portavoce della polizia, Anies Zalacoma, ha detto che 13 dei passeggeri sono stati tratti in salvo grazie all’intervento dei residenti, ma i restanti 23 risultano ancora dispersi. I soccorritori hanno trovato un bambino di un anno morto, ha aggiunto la portavoce delle autorità, dicendo che le ricerche per localizzare i dispersi continuano. Il fiume Sire è il più grande del Malawi. I naufragi sono frequenti in questo paese dove, a causa della mancanza di rotte regolari, molti residenti attraversano laghi e fiumi su barche fatiscenti. Il mese scorso almeno cinque persone sono morte quando una barca sovraccarica è affondata nella zona di Mchinzi. Mentre i locali aspettano che vengano messe in atto misure di sicurezza, hanno espresso preoccupazione per la crescente popolazione di ippopotami nell’area. Secondo le autorità locali, il numero di ippopotami non solo rappresenta una minaccia per la sicurezza alimentare, ma porta anche alla distruzione dei raccolti. Tuttavia, la tragedia non dovrebbe giustificare una nuova mattanza nei confronti di una specie tipica che ha il diritto di vivere. Brighton Kumchedwa, direttore del Dipartimento dei parchi e della fauna selvatica del Malawi, ha riconosciuto le sfide che devono affrontare gli abitanti di Nsanje, ma ha spiegato le complessità legate al trasferimento degli ippopotami:

Reprimere gli animali per il trasferimento comporta dei rischi in quanto può essere dannoso per il loro benessere. Kumchedwa ha sottolineato gli obblighi internazionali che devono essere presi in considerazione, sottolineando la necessità di un approccio globale per affrontare la questione. Secondo le istituzioni locali, è fondamentale comprendere la gravità della situazione, poiché gli ippopotami sono noti per essere uno degli animali più letali dell’Africa, causando circa 500 vittime umane ogni anno. In risposta alle crescenti preoccupazioni, il Dipartimento dei parchi e della fauna selvatica del Malawi prevede di nominare un cacciatore per fornire protezione alle persone nella regione di Nsanje che sono a rischio di attacchi di animali. L’obiettivo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è garantire la sicurezza della comunità mantenendo il delicato equilibrio tra la convivenza umana e della fauna selvatica e la conservazione della biodiversità.

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